Essere mancini

Articolo del 17 Agosto 2021

Il giorno 13 agosto si celebra la giornata mondiale dei mancini, istituita nel 1992 e dedicata a coloro i quali utilizzano la mano sinistra di preferenza rispetto alla mano destra per svolgere diverse attività, come per esempio scrivere. Ma mancini si nasce o si diventa? E i geni c’entrano nel mancinismo? L’abbiamo chiesto alla genetista Silvia Paracchini, Reader in Medicine (Professoressa Associata) presso l’Università St. Andrews, in Scozia.

Dott.ssa Paracchini, di cosa si occupa?

Mi sono laureata in Scienze Biologiche a Pavia poi mi sono trasferita in Inghilterra per fare il dottorato a Oxford. È stato in quell’occasione che ho iniziato a occuparmi di genetica umana, soprattutto da un punto di vista tecnologico. Durante il mio dottorato mi sono dedicata soprattutto a studi sull’infertilità maschile e cancro alla prostata, poi, durante il post doc ho lavorato con il prof. Anthony Monaco, a Oxford, dove ho iniziato ad avvicinarmi al neurosviluppo, che è tuttora il mio tema di interesse principale. Al momento, infatti, mi occupo soprattutto dislessia e problemi del linguaggio. Successivamente mi sono spostata all’Università St. Andrews, in Scozia, dove mi trovo attualmente. Il mio campo di interesse sono sempre le neuroscienze e la dislessia.

Quando ha iniziato a occuparsi di mancinismo?

È successo per caso quando ero ancora a Oxford. Un dottorando mancino propose il mancinismo come tema di ricerca. All’epoca non era uno dei miei interessi principali, ma questo dimostra come a volte anche nella scienza gli studi nascano per caso! Grazie a questa sua proposta e interesse specifico abbiamo iniziato a svolgere degli studi genetici sul mancinismo e in breve tempo abbiamo avuto i risultati per la prima pubblicazione, dal titolo Common Variants in Left/Right Asymmetry Genes and Pathways Are Associated with Relative Hand Skill.

Quindi esiste oppure no il gene del mancinismo?

Questo studio, del 2013, ha sfatato il mito che esista un gene per il mancinismo. Fino a quel momento esistevano dei modelli semplicistici che affermavano che esistesse un gene o una variante genetica che determinava l’essere mancini. Noi abbiamo dimostrato che non c’è un solo gene che fa essere destrorsi e uno che fa essere mancini: le cose sono molto più complicate di così.

Quello che sta emergendo è infatti un network complesso che coinvolge molti geni. La cosa interessante è che ci sia un contributo di questo network a vari tipi di simmetrie, comprese quelle anatomiche. Infatti il nostro corpo può sembrare simmetrico, ma non lo è. Basti pensare che il nostro cuore è spostato a sinistra, se guardiamo i nostri organi interni non sono simmetrici, e anche i due emisferi del cervello non sono uguali, sia dal punto di vista funzionale che dal punto di vista anatomico. Quello che è emerso da questo primo studio è che gli stessi geni che contribuiscono a sviluppare le asimmetrie nel corpo contribuiscono anche alle asimmetrie comportamentali come può essere il mancinismo.

Questo nostro studio è del 2013, ma ci sono stati studi più recenti di altri gruppi, che hanno trovato 41 geni associati al mancinismo e coinvolti nel neurosviluppo in particolare nelle asimmetrie cerebrali. Quello che emerge da questi studi è la complessità della materia, perché non si tratta di un solo gene ma di vari geni, e questi geni hanno a che vedere con la morfologia e le asimmetrie del cervello. La situazione quindi è piuttosto complessa.

 

Il mancinismo è anche legato al linguaggio. Normalmente la dominanza per il linguaggio è nell’emisfero sinistro del cervello, infatti nei destrorsi la dominanza per il linguaggio si trova nell’emisfero sinistro. Nei mancini c’è un gruppo più ampio che ha la dominanza nell’emisfero destro. È raro trovare la dominanza per il linguaggio nell’emisfero destro, ma quando succede si ha una prevalenza di mancini. Non esiste una correlazione 1:1, ma c’è un legame tra il mancinismo e il linguaggio, che è controllato in maniera asimmetrica.

Mancini si nasce o si diventa?

Sicuramente si nasce. Essere mancino fa parte dell’identità profonda della persona che usa preferibilmente la sinistra. Quello che può succedere, e che succedeva soprattutto in passato, è l’obbligare i mancini a usare la mano destra tanto da farli diventare abili a usare anche la mano non preferita per svolgere attività come scrivere. In alcune culture contemporanee ciò accade ancora, probabilmente perché come spesso accade alle minoranze, vengono stigmatizzati, e per esempio in Asia lo sono tuttora. Nella cultura occidentale, fino a qualche generazione fa c’era ancora l’abitudine di costringere i mancini a usare la mano destra. Spesso però i mancini obbligati a usare la mano destra per scrivere da bambini poi da adulti per certe attività di precisione usano comunque la mano sinistra.

Quindi lo stigma verso i mancini è presente in tutte le culture?

Esatto. In tutte le culture è sempre esistito lo stigma verso il diverso. Se si va indietro nel tempo la percentuale di mancini era minore proprio perché c’era la tendenza a obbligare a usare la mano destra. Questo fatto persiste in culture contemporanee, per esempio in Cina, dove la frequenza è più bassa. Uno studio che abbiamo fatto a Hong Kong, dove la cultura è più occidentalizzata, ha dimostrato un aumento di casi di mancinismo. Non si tratta di una questione genetica, perché i partecipanti erano di discendenza cinese, ma in un ambiente più occidentalizzato abbiamo rilevato una frequenza più alta di mancini.

Da noi questo stigma esisteva molto di più in passato perché viviamo in un mondo progettato per i destrorsi. Per esempio usare le forbici per un mancino è piuttosto difficile ma, fortunatamente, oggi esistono oggetti (come le forbici) progettati per mancini.

Ha detto che la minoranza dei mancini ha un numero piuttosto fisso in tutte le culture. A quanto ammontano i mancini?

Questo è il tema dello studio più recente, che ho pubblicato con il mio team, dal titolo Human Handedness: a meta-analysis. Abbiamo svolto una meta analisi di tutti gli studi pubblicati dove è stata riportata la frequenza del mancinismo, per arrivare a un numero preciso. Se ai partecipanti viene chiesto “quale mano usi per scrivere?” abbiamo trovato che la stima precisa dei mancini corrisponde al 10.6% della popolazione. Se invece parliamo di “non-right handeness” (non-uso della mano destra) che vuol dire usare entrambe le mani per svolgere alcune attività oppure per alcune attività usano la mano sinistra e per altre la mano destra, la percentuale sale al 18%.

 

Fonte: Oggi Scienza

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