Grandi fiumi ma anche piccoli corsi d’acqua “intossicati” dai farmaci, in oltre un quarto livelli potenzialmente tossici

Articolo del 24 Febbraio 2022

Il team ha prelevato campioni dal Rio delle Amazzoni, Mississippi, Tamigi e Mekong, ma anche da piccoli corsi d’acqua che attraversano villaggi e comunità in cui non si utilizzano i farmaci moderni, come località in Venezuela, in Africa subsahariana e in Asia meridionale.

I corsi d’acqua che attraversano le grandi metropoli, ma anche i piccoli canali che scorrono nei villaggi sono contaminati dalla presenza di farmaci, come carbamazepina, metformina caffeina, che potrebbe raggiungere livelli preoccupanti e potenzialmente tossici. A evidenziare la problematica gli scienziati dell’Università di York, che hanno pubblicato un articolo sulla rivista Proceedings of the National Academy of Sciences (Pnas) per rendere noti i risultati del loro lavoro. Lo studio, condotto nell’ambito del progetto Global Monitoring of Pharmaceuticals Project, che mira al monitoraggio dei fiumi di tutto il mondo, ha valutato i livelli di contaminazione di 258 corsi d’acqua in tutto il mondo.

Il gruppo di ricerca, guidato da John Wilkinson, ha esaminato la presenza di 61 farmaci, tra cui carbamazepina, metformina e caffeina. I ricercatori hanno scoperto che in oltre un quarto delle località studiate, la presenza di farmaci potenzialmente tossici raggiungeva livelli preoccupanti e potenzialmente tossici. Tra le medicine più comuni, gli studiosi hanno identificato propranololo, un farmaco somministrato per i problemi cardiaci come l’ipertensione, sulfametossazolo e ciprofloxacina, due antibiotici, e loratadina, un antistaminico.

I corsi d’acqua in tutti i continenti, avvertono gli esperti, potrebbero subire gravi conseguenze a causa della presenza di sostanze inquinanti, che potrebbero compromettere la salute degli ecosistemi. Il team ha prelevato campioni da grandi fiumi, come il Rio delle Amazzoni, il Mississippi, il Tamigi e il Mekong, ma anche da piccoli corsi d’acqua che attraversano villaggi e comunità in cui non si utilizzano i farmaci moderni, come località in Venezuela, in Africa subsahariana e in Asia meridionale. Gli scienziati hanno scoperto che esistono forti correlazioni tra lo stato socioeconomico di un paese e il tasso di contaminazione dei fiumi che lo attraversano. “Il Global Monitoring of Pharmaceuticals Project – afferma Wilkinson – si avvale di 127 collaboratori, affiliati a 86 istituti di ricerca e costituisce un esempio eccellente di come la comunità scientifica globale possa unirsi per affrontare problemi ambientali su larga scala. Questo lavoro migliora la nostra conoscenza legata alla distribuzione globale di prodotti farmaceutici”.

I ricercatori sperano che un aumento dei programmi di monitoraggio dell’ambiente possa facilitare l’adozione di strategie mirate a mitigare gli effetti della contaminazione dei fiumi associata ai farmaci. La ricerca ha incluso fiumi nelle città più popolate del pianeta, come Delhi, Londra, New York, Lagos, Las Vegas e Guangzhou, ma anche siti caratterizzati da instabilità politica come Baghdad, la Cisgiordania palestinese e Yaoundé in Camerun. L’ambiente circostante variava dalla tundra alpina d’alta quota del Colorado, alle regioni polari dell’Antartide fino ai deserti tunisini. Molti lavori precedenti, volti a indagare la presenza dei principi attivi nei fiumi, tendevano a misurare un numero limitato di contaminanti utilizzando metodi analitici diversi e selezionando solo determinate zone del pianeta. Questo lavoro, commentano gli autori, permette di quantificare meglio la portata del problema da una prospettiva globale. “Il nostro approccio – concludono – potrebbe essere applicato anche per valutare altri parametri ambientali, come sedimenti, suoli e biomi. In futuro potrebbe essere possibile raccogliere informazioni per un set di dati legati all’inquinamento su scala globale”.

Lo studio su Pnas

 

Fonte: Il Fatto Quotidiano

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