Il debole attacco di Omicron ai polmoni potrebbe renderla meno pericolosa
Articolo del 12 Gennaio 2022
Prove crescenti da studi di laboratorio suggeriscono che la variante Omicron non si moltiplichi facilmente nel tessuto polmonare, che può essere invece gravemente danneggiato nelle persone infettate da altre varianti.
Le prime indicazioni dal Sudafrica e dal Regno Unito segnalano che la variante Omicron del coronavirus SARS-CoV-2, che si diffonde rapidamente, è meno pericolosa di Delta, la variante che l’ha preceduta. Ora, una serie di studi di laboratorio offre un’interessante spiegazione della differenza: Omicron non infetta le cellule in profondità nel polmone così prontamente come quelle nelle vie aeree superiori.
“È un’osservazione molto interessante che potrebbe spiegare ciò che vediamo nei pazienti”, dice Melanie Ott, virologa al Gladstone Institute of Virology di San Francisco, in California, che non è stata coinvolta nella ricerca. Ma aggiunge che l’iper-trasmissibilità di Omicron comporta che gli ospedali si stiano riempiendo rapidamente, nonostante qualsiasi diminuzione della gravità della malattia che causa.
Il 30 dicembre le autorità del Sudafrica hanno annunciato che il paese ha superato il suo picco di Omicron senza un grande picco di decessi. E un rapporto del governo britannico del 31 dicembre ha affermato che in Inghilterra le persone infettate da Omicron hanno avuto circa la metà delle probabilità di ospedalizzazione o di cure di emergenza rispetto a quelle infettate da Delta.
Ma il numero di persone che hanno conseguito una protezione immunitaria contro COVID-19 in seguito alla vaccinazione, all’infezione o a entrambe è cresciuto nel tempo, rendendo difficile determinare se Omicron causi intrinsecamente una malattia più lieve rispetto alle varianti precedenti. Per avere una risposta, i ricercatori si sono così rivolti agli studi su animali e su cellule in coltura.
Michael Diamond, virologo della Washington University a St. Louis, in Missouri, e i suoi colleghi hanno infettato criceti e topi con Omicron e altre varianti per seguire la progressione della malattia. Le differenze sono apparse sbalorditive: dopo pochi giorni, la concentrazione di virus nei polmoni degli animali infettati con Omicron era almeno dieci volte inferiore a quella riscontrata nei roditori infettati con altre varianti. Altri gruppi hanno anche notato che rispetto alle varianti precedenti, Omicron si trova a livelli ridotti nel tessuto polmonare.
Diamond racconta di essere stato molto stupito nel vedere che gli animali infettati da Omicron hanno più o meno mantenuto il loro peso corporeo, mentre gli altri hanno subito un rapido calo di peso, segno che l’infezione stava provocando un grave stato patologico. “Ogni ceppo di SARS-CoV-2 ha infettato i criceti molto facilmente, e ad alti livelli – dice Diamond – ed è chiaro che questa [variante] è diversa per i criceti.” I polmoni sono l’organo in cui il coronavirus provoca gran parte dei suoi danni, e l’infezione polmonare può innescare una risposta immunitaria infiammatoria che devasta allo stesso modo le cellule infette e non infette, portando alla cicatrizzazione dei tessuti e alla carenza di ossigeno. Un minor numero di cellule polmonari infette potrebbe significare una malattia più lieve.
Un altro gruppo ha scoperto che Omicron ha assai meno successo delle varianti precedenti nell’infettare le cellule polmonari e i modelli di polmone in miniatura chiamati organoidi. Questi esperimenti hanno anche identificato un plausibile fattore di questa differenza: una proteina chiamata TMPRSS2, che sporge dalla superficie di molte cellule polmonari e di altri organi, ma è assente specialmente sulla superficie della maggior parte delle cellule del naso e della gola.
Le varianti precedenti hanno sfruttato questa proteina per infettare le cellule, ma i ricercatori hanno notato che Omicron non si lega molto bene a TMPRSS2, e tende a entrare nelle cellule quando queste lo ingeriscono.
Una preferenza per le vie aeree superiori
La difficoltà a entrare nelle cellule polmonari potrebbe aiutare a spiegare perché Omicron si comporti meglio nelle vie aeree superiori che nei polmoni, dice Ravindra Gupta, virologo all’Università di Cambridge, nel Regno Unito, e coautore di uno degli studi su TMPRSS24.
Questa teoria potrebbe anche spiegare perché, secondo alcune stime, Omicron è trasmissibile quasi quanto il morbillo, che è il punto di riferimento per l’alta trasmissibilità, dice Diamond. Se la variante indugia nelle vie aeree superiori, le particelle virali potrebbero trovare facilmente un passaggio sul materiale espulso dal naso e dalla bocca, permettendo al virus di trovare nuovi ospiti, aggiunge Gupta. Altri dati forniscono una prova diretta che Omicron si replica più facilmente nelle vie aeree superiori che nei polmoni.
Gli ultimi risultati potrebbero indicare che “il virus stabilisce un’infezione molto locale nelle vie aeree superiori e ha meno possibilità di andare a distruggere i polmoni”, dice Ott. Questa sarebbe una buona notizia, anche se la risposta immunitaria dell’ospite ha comunque un ruolo importante nella gravità della malattia, e gli scienziati hanno bisogno di più dati clinici se vogliono capire come la biologia di base di Omicron influenzi la progressione della malattia negli esseri umani.
Il corso dell’infezione con Omicron potrebbe anche avere implicazioni per i bambini, dice Audrey John, specialista in malattie infettive pediatriche al Children’s Hospital di Filadelfia. I bambini piccoli hanno canali nasali relativamente piccoli, e i bambini respirano solo attraverso il naso. Questi fattori possono rendere le condizioni respiratorie superiori più gravi nei bambini che negli adulti, osserva John. Ma aggiunge che non ha visto dati che suggeriscano un aumento del numero di bambini piccoli ricoverati per laringotracheobronchite e altre condizioni che potrebbero indicare una grave infezione delle vie respiratorie superiori.
Anche se c’è ancora molto da imparare sulla nuova variante, Gupta dice che i timori sollevati a fine novembre dalla moltitudine di mutazioni nel genoma di Omicron non sono stati completamente confermati. E aggiunge che l’allarme iniziale risponde a una narrazione prudenziale: è difficile prevedere come un virus infetterà gli organismi dalla sua sola sequenza genetica.
Fonte: Le Scienze