Il glifosato: effetti e rischi per l’uomo e l’ambiente

Articolo del 11 Settembre 2024

Il glifosato è un erbicida ampiamente utilizzato in agricoltura per eliminare le erbacce indesiderate, ed è uno dei prodotti fitosanitari più diffusi al mondo. Sviluppato negli anni ’70 dalla multinazionale Monsanto (oggi parte di Bayer), il glifosato è l’ingrediente attivo di molti erbicidi commerciali, tra cui il noto Roundup. Negli ultimi anni, questo composto chimico è stato oggetto di un intenso dibattito scientifico, sociale e legale a causa dei suoi potenziali effetti nocivi sulla salute umana e sull’ambiente.

Meccanismo di azione

Il glifosato agisce inibendo un enzima chiamato EPSPS (5-enolpiruvilshikimato-3-fosfato sintasi), coinvolto nella via metabolica dello shikimato, fondamentale per la sintesi degli amminoacidi aromatici nelle piante, nei funghi e in alcuni batteri. Questa via non è presente negli esseri umani o negli animali, il che ha portato a considerare inizialmente il glifosato come relativamente sicuro per l’uso umano.

Tuttavia, l’uso massiccio e prolungato del glifosato ha sollevato preoccupazioni su effetti collaterali indiretti sia per l’ambiente che per la salute umana.

Effetti sull’ambiente

L’impatto del glifosato sull’ambiente è uno dei temi più controversi. Sebbene sia considerato a basso rischio per la fauna e la flora non bersaglio, alcune ricerche suggeriscono che il suo utilizzo prolungato e in grandi quantità può avere conseguenze significative.

  • Inquinamento delle acque: il glifosato e i suoi prodotti di degradazione possono finire nelle falde acquifere e nei corsi d’acqua attraverso il dilavamento del suolo, contribuendo all’inquinamento delle risorse idriche. Studi hanno trovato tracce di glifosato in fiumi, laghi e anche nell’acqua potabile di alcune regioni agricole.
  • Biodiversità: l’uso estensivo di glifosato può ridurre la biodiversità nelle aree agricole. Eliminando le erbacce, l’erbicida può anche avere un impatto negativo sulle specie vegetali non bersaglio e sugli insetti che dipendono da queste piante. In particolare, si è riscontrato che il glifosato contribuisce al declino delle popolazioni di api e di farfalle monarca, le cui fonti di nutrimento vengono eliminate dalle coltivazioni trattate.
  • Resistenza delle erbe infestanti: un altro problema legato all’uso continuo del glifosato è l’emergere di erbacce resistenti. Nel corso del tempo, alcune specie di erbacce hanno sviluppato una resistenza all’erbicida, costringendo gli agricoltori ad aumentare le dosi o a utilizzare erbicidi più potenti, con conseguenze potenzialmente ancora più gravi per l’ambiente.

Effetti sulla salute umana

Il dibattito sull’impatto del glifosato sulla salute umana è acceso e diviso tra chi sostiene che sia sicuro e chi ritiene che possa causare seri danni. Alcuni studi e organismi di ricerca internazionali hanno espresso preoccupazione per l’uso estensivo di questo erbicida.

  • Classificazione del glifosato come cancerogeno: uno dei punti più controversi è la sua potenziale cancerogenicità. Nel 2015, l’Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro (IARC), parte dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), ha classificato il glifosato come “probabile cancerogeno per l’uomo” (categoria 2A). Questo si basa su studi che suggeriscono un legame tra esposizione al glifosato e un aumento del rischio di sviluppare il linfoma non-Hodgkin, un tipo di cancro del sistema linfatico.
  • Effetti tossici a lungo termine: altri studi suggeriscono che l’esposizione prolungata al glifosato possa avere effetti tossici non solo sul sistema linfatico, ma anche su altri organi e apparati. Si parla di possibili effetti su:
  • Il sistema endocrino: il glifosato potrebbe agire come un perturbatore endocrino, alterando il normale funzionamento degli ormoni.
  • Il microbiota intestinale: poiché colpisce i batteri che utilizzano la via dello shikimato, alcuni ricercatori ipotizzano che l’esposizione al glifosato possa alterare il microbioma umano, che gioca un ruolo cruciale nella salute immunitaria e metabolica.
  • Residui negli alimenti: una delle principali fonti di esposizione umana al glifosato è attraverso i residui presenti negli alimenti. Diverse colture geneticamente modificate (OGM), come il mais e la soia, sono progettate per essere resistenti al glifosato, il che consente agli agricoltori di usare l’erbicida direttamente su queste piante. Tracce di glifosato sono state rilevate in numerosi prodotti alimentari, inclusi cereali, bevande e cibi lavorati, destando preoccupazione per l’esposizione a lungo termine.

Normative e regolamentazioni

A livello globale, la regolamentazione del glifosato varia notevolmente. In Europa, il suo uso è stato oggetto di intense discussioni, con alcuni paesi, come la Francia e la Germania, che hanno proposto di ridurne o vietarne completamente l’uso entro il prossimo decennio. Nel 2017, l’Unione Europea ha rinnovato l’autorizzazione del glifosato per altri cinque anni, ma con molte restrizioni.

In altre regioni, come gli Stati Uniti, il glifosato è ancora ampiamente utilizzato, nonostante numerose cause legali intentate da persone che sostengono di aver sviluppato il cancro a causa dell’esposizione all’erbicida. Negli ultimi anni, diverse giurie hanno condannato Monsanto (e Bayer) a pagare miliardi di dollari in risarcimenti per i danni legati all’uso di Roundup.

Conclusioni

Il glifosato rimane uno degli erbicidi più utilizzati al mondo, ma la sua sicurezza è sempre più messa in discussione. Mentre alcune autorità regolatorie continuano a considerarlo sicuro se utilizzato correttamente, altri studi sollevano preoccupazioni significative riguardo agli effetti a lungo termine sulla salute umana e sull’ambiente. Con la crescente attenzione verso pratiche agricole sostenibili e alternative meno dannose, il futuro del glifosato potrebbe essere segnato da regolamentazioni più severe e da un progressivo abbandono a favore di metodi meno invasivi e più ecocompatibili.

L’importanza di ulteriori ricerche indipendenti è cruciale per comprendere pienamente gli effetti di questa sostanza e per garantire un uso sicuro e responsabile degli erbicidi nel contesto agricolo globale.

Per approfondimenti: REWRITERS

LEGGI TUTTE LE ALTRE NEWS