Il global warming ha già effetti preoccupanti sulla salute mondiale.
Articolo del 15 Dicembre 2020
Le ricadute del global warming sulla salute sono tutt’altro che astratte: alcune le abbiamo toccate con mano nel 2020, terzo anno più caldo di sempre.
Nonostante le recenti, avverse manifestazioni meteorologiche, dal punto di vista del clima il 2020 è – al momento – uno dei tre anni più caldi di sempre, dopo il 2016 e il 2019. Lo ha dichiarato l’Organizzazione meteorologica mondiale (in inglese World Meteorological Organization – WMO) nel rapporto State of the Global Climate 2020, basato per ora sui dati raccolti tra gennaio e ottobre.
L’anno della CoViD-19, degli incendi in California, dei 38 °C in Siberia e della perdita record di ghiacci in Groenlandia si inserisce nel decennio più torrido mai registrato, quello degli accordi di Parigi, già vecchi e violati prima ancora che si possano pienamente implementare. La temperatura media globale per il 2020 è destinata ad arrivare a un +1,2 °C dall’era pre-industriale (i dati definitivi arriveranno a marzo 2021). Andando avanti così ci sono buone probabilità di superare gli 1,5 °C entro il 2024.
MENO CIBO E MENO OSPEDALI. Il rapporto sul Lancet prende in esame 40 indicatori che collegano riscaldamento globale e salute. Uno di questi è la sicurezza alimentare, minacciata dagli eventi climatici estremi che dal 1981 al 2020 hanno portato a un calo della resa dei principali raccolti mondiali del 5,6%. Avere un’alimentazione sana e adeguata sta diventando sempre più difficile. Come se non bastasse, il global warming mette fisicamente a rischio la tenuta delle strutture sanitarie pubbliche, minacciate da incendi, uragani, inondazioni e altri sempre più frequenti disastri naturali.
INFEZIONI E PANDEMIE. L’aumento delle temperature crea condizioni più favorevoli alla diffusione di infezioni e parassitosi potenzialmente letali, come malaria, dengue e colera, e aumenta (attraverso il degrado degli habitat naturali) le probabilità che malattie zoonotiche emergenti passino dagli animali all’uomo, con gli effetti devastanti che abbiamo osservato quest’anno. Tutte queste cause hanno fatto sì che nel 2018 296.000 persone tra gli over 65 siano morte per le conseguenze del global warming, un aumento del 54% dei decessi di questo tipo rispetto al 2000. Per ridurre il rischio di futuri, più lugubri bollettini dobbiamo affrontare l’emergenza climatica con gli stessi sforzi condivisi che abbiamo messo in campo contro la CoViD-19. I benefici si conteranno in vite umane risparmiate.
Fonte: Focus