Là dove c’era l’erba ora c’è… la massa antropogenica
Articolo del 08 Marzo 2021
Da sempre le società umane vivono e lavorano insieme accomunate dal bisogno di sostentamento e dalla ricerca del benessere. Le attività degli uomini, nel tempo, hanno plasmato e modificato il Pianeta e gli ambienti che ci ospitano. I ricercatori dell’Istituto israeliano Weizmann per le scienze, coordinati da Ron Milo, hanno confrontato le quantità di materia antropogenica e di materia organica, di origine biologica, presenti sulla Terra. Lo studio, pubblicato su “Nature”, ha confermato i sospetti degli esperti, svelando che durante l’anno appena trascorso siamo arrivati a ospitare una massa di materiali artificiali superiore all’intera biomassa disponibile sulla Terra. Stiamo producendo oggetti e manufatti al ritmo di 30 miliardi di tonnellate all’anno, quadruplicando la massa complessiva ogni vent’anni.
“Questo sorpasso della massa antropogenica sulla biomassa è un dato simbolico, che tuttavia esprime il grande impatto che il genere umano sta esercitando con le sue attività”, commenta Beniamino Gioli dell’Istituto per la bioeconomia (Ibe) del Consiglio nazionale delle ricerche. Siamo arrivati a questo punto non soltanto producendo oggetti sempre nuovi e in quantità giorno per giorno crescenti, passando da una rivoluzione industriale all’altra, attraverso il boom economico, nell’era del consumismo e dell’usa e getta, ma anche a causa dei cambiamenti nelle tecniche agricole e di allevamento, che hanno portato allo sfruttamento intensivo dei terreni e alla diminuzione dei capi di bestiame, diminuendo così la sostanza organica. E come dimenticare la deforestazione, o la bolla edilizia della seconda metà dello scorso secolo che ispirò la canzone “Il ragazzo della via Gluck”: “Là dove c’era l’erba ora c’è una città”.
Ma lo storico sorpasso non è un cambiamento solo estetico. “Produrre manufatti e aumentare lo stock di massa antropogenica ha un’impronta climatica importante tramite le emissioni dirette ed indirette di gas serra”, conclude il ricercatore del Cnr-Ibe. Non si può ridurre, allora, questo recente studio al solo confronto numerico. “La sfida sarà quella di diminuire questo impatto attraverso azioni molteplici e multidisciplinari che sposino lo sviluppo economico con la sostenibilità ambientale. Una delle chiavi sarà proprio quella di sostituire quote di massa antropogenica con quote di massa biogenica, per svolgere talune funzioni delle nostre società: si pensi alla bio-edilizia con la introduzione di materiali legnosi in luogo di materiali cementizi o al settore delle bioplastiche”.
È necessaria una presa di coscienza di fronte a questa sfida. Nei settori della bioeconomia si può trovare la chiave per vincere la sfida e invertire la rotta.
Fonte: Almanacco della Scienza