La riabilitazione post Covid dei lavoratori
Articolo del 16 Gennaio 2022
Si tratta di interventi di prevenzione terziaria messi a punto dalla Sovrintendenza sanitaria centrale dell’Inail, intervenuta attraverso un progetto innovativo di riabilitazione multi-assiale post-Covid-19 caratterizzato da una strategia terapeutica che coinvolge contestualmente i diversi setting riabilitativi e le relative figure professionali.
Si chiama Riabilitazione Multiassiale Post Covid (RMCo-19) il percorso clinico-assistenziale per i lavoratori affetti da esiti da Covid-19 che, prevede un approccio multidimensionale, idoneo al migliore reinserimento familiare, sociale e lavorativo del paziente. Si tratta di interventi di prevenzione terziaria messi a punto dalla Sovrintendenza sanitaria centrale dell’Inail, intervenuta attraverso un progetto innovativo di riabilitazione multi-assiale post-Covid-19 caratterizzato da una strategia terapeutica che coinvolge contestualmente i diversi setting riabilitativi e le relative figure professionali.
Occorre perciò guardare con attenzione a questi nuovi programmi di recupero dell’Istituto Nazionale per l’Assicurazione contro gli Infortuni sul Lavoro (INAIL), ormai operativi, da parte dei circa 200.000 lavoratori che ad oggi hanno denunciato l’infortunio da Covid-19, di cui i due terzi appartenenti al comparto sanità, per ottenere o meno il riconoscimento della tecnopatia.
“Il percorso tiene conto delle specifiche esigenze terapeutiche e richieste funzionali afferenti ai diversi apparati compromessi”, ha precisato Patrizio Rossi, Sovrintendente Sanitario Centrale dell’Istituto che ne è stato il promotore, in ragione delle sequele cardiologiche, respiratorie, motorie e neuro-psicologiche del paziente affetto da Covid-19, offrendo al paziente la possibilità di ricevere cure con un approccio tempestivo e completo, anche con una presa in carico differita qualora si presentino ricadute dopo la ripresa lavorativa.
Le manifestazioni di interesse delle strutture sanitarie riabilitative, sia pubbliche che private autorizzate/accreditate, hanno riguardato un numero di 133 centri ben distribuiti sul territorio nazionale, ha aggiunto Rossi, registrando una significativa adesione al programma riabilitativo multi-assiale da parte di 37 strutture termali, con una distribuzione prevalente, ma non esclusiva, nelle regioni Veneto ed Emilia Romagna. I Pool di “Esperti”, istituiti in sette regioni, si sono rivelati di particolare utilità nel coadiuvare e supportare il medico della struttura territoriale dell’Inail all’atto della formulazione del giudizio sull’indicazione/necessità del trattamento terapeutico-riabilitativo, sulla sua tempestività, nonché sul setting riabilitativo più appropriato.”
Da quanto viene sottolineato nei documenti illustrativi di Inail si tratta di interventi di: riabilitazione respiratoria basata sull’esercizio terapeutico finalizzato al training della muscolatura respiratoria e accessoria, su tecniche di clearance bronchiale e igiene delle vie aeree e sulla gestione dell’ossigenoterapia, riabilitazione cardiologica basata sull’esercizio di tipo aerobico, mediante utilizzo di ergometri a frequenza e intensità diverse, riabilitazione motoria basata su esercizi di miglioramento della forza muscolare e miglioramento dell’endurance e della performance motoria globale e sul graduale recupero/adattamento delle attività di vita quotidiana, anche mediante idrochinesiterapia assistita • riabilitazione neuropsicologica con tecniche cognitivo- comportamentali tese al miglioramento delle funzioni superiori, valutazione, supporto e integrazione nutrizionale • prestazioni specialistiche rese dalle figure professionali anche esterne all’Istituto.
“L’accertamento secondo la criteriologia prevista per tale fattispecie di danno va ricondotto alle voci tabellari e ai criteri applicativi del d.m. 12 luglio 2000 attuativo del d.lgs. n. 38 del 23 febbraio 2000 – sottolinea il prof. Rossi -. Il sistema del danno composto, infatti, concerne quelle fattispecie comprensive di più menoma- zioni che possono scaturire da una stessa lesione o malattia e trova peculiare applicazione per gli esiti di natura osteoarticolare e neurologica per i quali […] la valutazione non potrà essere il risultato della somma delle singole menomazioni tabellate. In tali casi, infatti, si dovrà procedere a stima complessiva del danno con riferimento all’entità del pregiudizio effettivo dell’apparato e/o della funzione interessata dalle menomazioni […].”
Ecco perché l’Inail ha provveduto per mezzo di servizi pubblici e privati, con i quali ha stipulato convenzioni ai sensi del art.11, comma 5 bis, del d.lgs. n. 81/2008, all’erogazione a favore dei propri assistiti di prestazioni integrative di quelle garantite dal Servizio sanitario e, in funzione sinergica e sussidiaria, anche all’erogazione di prestazioni incluse nei livelli essenziali di assistenza nei casi in cui le stesse non siano ottenibili dal Servizio sanitario tempestivamente in quanto, per la loro erogazione è richiesto un periodo di attesa incompatibile con l’esigenza di assicurare con immediatezza la prestazione stessa, con il conseguente aggravamento dello stato di salute dell’infortunato, privato delle cure necessarie.
La pubblicazione “Esiti Covid-19: indicazioni valutative” di marzo 2021 (Collana Fact Sheet della Sovrintendenza Sanitaria INAIL, sottolinea: “Le evidenze scientifiche su tale malattia dimostrano come possano residuare ripercussioni e sintomi di diversa natura, tra i quali quelli cardio-polmonari, neuromotori e psicologici, dovuti all’azione specifica del virus, alla prolungata ospedalizzazione e/o alle terapie praticate che richiedono, proprio per la complessità e l’interferenza reciproca, di un approccio clinico e riabilitativo multiassiale. La riabilitazione, pertanto, riveste un ruolo predominante nella gestione della morbilità post critica di tale malattia acuta, al fine di ridurre le sequele di disabilità fisica, funzionale e psichica.”
Fonte: QuotidianoSanità.it