Lavoro e protezione assicurativa, così l’Italia è fanalino di coda in Europa
Articolo del 03 Febbraio 2021
Circa il 13% dell’ultimo stipendio. È questa la rendita che possono ottenere i superstiti di un lavoratore italiano di 40 anni con 15 anni di contributi. Molto meno di quanto spetta ai familiari di un francese o di un tedesco. Ma le nostre protezioni pubbliche, e soprattutto di secondo pilastro (previdenza complementare), sono tra le più basse anche per quanto concerne l’infortunio sul lavoro e le malattie professionali, per non parlare dell’invalidità permanente del capofamiglia. Questi dati, emergono in tutta la loro gravità, da una ricerca realizzata da Prometeia per Elipslife (gruppo Swiss Re), che Plus24 è in grado di anticipare. Sono numeri che devono fare riflettere ora che il Covid e la paura del contagio si saldano ai timori per le incerte prospettive economiche.
Il caso
L’inedito confronto è stato condotto con gli altri Paesi europei analizzando i livelli di copertura offerti dai sistemi di welfare in Spagna, Germania, Paesi Bassi, Regno Unito, Francia, Svizzera e Italia sulla base di una situazione tipica di un soggetto di 40 anni, con moglie e figlio a carico, un reddito annuo lordo di 50mila euro e 10 anni di contribuzione, colpito da un grave evento che ne comprometta la capacità reddituale. Focalizzando quindi l’attenzione sul ristoro alle famiglie in caso di premorienza o altro evento grave e, in particolare, sul reddito annuo da lavoro che verrebbe a mancare e che sarebbe sostituito da una pensione ai superstiti indiretta dello Stato o dell’ente di previdenza di appartenenza (Inps, Inail, Casse di previdenza).
Le rendite del primo pilastro
Le rendite medie di assistenza dello Stato sono decisamente basse: 3.500 euro l’anno (nell’ipotesi di un reddito di 50 mila euro annui); mentre l’indennità di accompagnamento risulta, nell’analisi, pari a 5.900 euro annui, mentre la pensione ai superstiti è pari a 8.800 euro annui al lordo dalle tasse. Insomma in totale si arriva a 18.200 euro un po’ poco se si considera che nel 2018 si calcola che la spesa media per crescere un figlio da 0 a 18 anni è stimata in 173.560 euro. Ovviamente il trattamento erogato da Stato e secondo pilastro è variabile in base agli anni di contribuzione e alla situazione familiare (che incide sull’aliquota di reversibilità), ma in ogni caso insufficiente a compensare il divario con il reddito percepito in precedenza.
Il gap con gli altri Paesi è elevato non tanto a livello di prestazioni pubbliche quanto piuttosto al ruolo che hanno altrove gli organismi di secondo pilastro (fondi pensione) che hanno stipulato dei contratti anche di copertura assicurativa e che dunque riescono a integrare le scoperture statali. In Italia per alcuni lavoratori dipendenti esistono forme assicurative collettive, presenti in pochi contratti collettivi nazionali di lavoro, che prevedono indennizzi in caso di infortunio sul lavoro, e per categorie ristrette (dirigenti industria e dirigenti commercio), risarcimenti in caso di decesso o invalidità totale permanente per qualsiasi causa e per malattie gravi, mentre si osservano ampie scoperture tra impiegati e operai.
Il gap di protezione
La disparità è ancora più ampia per molti professionisti con partita Iva con pochi anni di contribuzione, per i quali le casse di previdenza non offrono sufficienti strumenti di indennizzo. In Italia solo 3% dei lavoratori è coperto per rischi biometrici. «L’offerta assicurativa si concentra ancora molto sulle polizze di investimento (ramo I, multiramo e Unit linked) che anche lo scorso anno, nonostante il forte calo in particolare nei mesi di lockdown sono riuscite a limitare la flessione del business a un -6%-8% circa», spiega Stefano Frazzoni di Prometeia –. Il ramo danni, secondo le nostre stime dovrebbe chiudere in linea con il 2019 anche se si è registrata una flessione soprattutto agli sportelli . Per il futuro ci attendiamo una maggiore proposta di prodotti di protezione proprio dalla bancassurance (coperture casa responsabilità civile e polizze legate ai prestiti e salute) tanto che il 2021 potrebbe registrare un aumento del 5%».
Le polizze Covid
Il grande tema ora resta infatti la salute. Qui alcune compagnie offrono anche coperture ad hoc per il Covid, acquistabili singolarmente, cosiddette stand alone (si veda scheda in pagina). Come nell’ambito dei contratti che coprono dai rischi biometrici, anche nel settore salute le coperture di natura collettiva (offerte per esempio dai datori di lavoro ai propri dipendenti) offrono un minimo di supporto reddituale e hanno costi più contenuti rispetto a quanto si può acquistare singolarmente.
Fonte: 24+ de IlSole24Ore