Le invasioni biologiche: una minaccia per la biodiversità e gli ecosistemi

Articolo del 30 Settembre 2024

Le invasioni biologiche rappresentano una delle principali cause di perdita di biodiversità a livello globale, con gravi conseguenze per gli ecosistemi, l’agricoltura e l’economia. Questo fenomeno si verifica quando specie non native, introdotte intenzionalmente o accidentalmente in un nuovo habitat, si insediano e proliferano, spesso a scapito delle specie autoctone. Le invasioni biologiche sono un problema sempre più urgente, alimentato dalla globalizzazione, dal commercio internazionale e dai cambiamenti climatici, che favoriscono la diffusione e l’adattamento di queste specie invasive in nuovi ambienti.

Cos’è un’invasione biologica?

Un’invasione biologica avviene quando una specie esotica, non originaria di un determinato ecosistema, viene introdotta in un nuovo ambiente e riesce a stabilirsi, riprodursi e diffondersi rapidamente. Queste specie, chiamate “specie aliene invasive” (IAS – Invasive Alien Species), competono con le specie locali per le risorse, possono trasmettere malattie, predare specie indigene o modificare la struttura degli ecosistemi. Le specie invasive si differenziano dalle specie esotiche non invasive, che non causano danni rilevanti e spesso coesistono senza problemi con le specie native.

Cause delle invasioni biologiche

Le invasioni biologiche non sono un fenomeno naturale, ma sono il risultato diretto delle attività umane. Le principali cause dell’introduzione di specie aliene includono:

  • Commercio globale e trasporti: con l’aumento degli scambi commerciali internazionali, le specie invasive vengono trasportate in nuove aree come passeggeri “accidentali”. Le navi possono trasportare specie marine nel loro zavorramento, mentre merci e materiali vegetali importati possono ospitare insetti, semi o patogeni.
  • Agricoltura e orticoltura: molte piante invasive sono state introdotte come colture agricole, ornamentali o per il rimboschimento. Alcune di queste specie, una volta sfuggite al controllo, hanno invaso gli ecosistemi naturali.
  • Introduzione volontaria di specie: in passato, alcune specie animali e vegetali sono state introdotte intenzionalmente per il controllo biologico di parassiti o per scopi alimentari e ricreativi. Tuttavia, in alcuni casi, queste introduzioni si sono rivelate disastrose, come nel caso del rospo delle canne (Rhinella marina) in Australia.
  • Cambiamenti climatici: il riscaldamento globale e altri cambiamenti climatici stanno favorendo la diffusione di alcune specie invasive verso nuove aree geografiche, in particolare verso latitudini più alte o regioni montuose, dove trovano condizioni ambientali sempre più adatte.

Impatti delle specie invasive

L’impatto delle specie aliene invasive è devastante sotto molteplici aspetti, influenzando l’ambiente, l’economia e la salute umana.

  • Perdita di biodiversità: le specie invasive sono una delle principali cause di estinzione locale. Competono con le specie native per le risorse, come cibo, acqua e spazio, e possono alterare gli equilibri ecologici degli habitat, rendendoli inospitali per altre specie. Un esempio emblematico è il caso del ratto nero (Rattus rattus), che, introdotto su molte isole in tutto il mondo, ha portato alla scomparsa di diverse specie di uccelli marini, predando le loro uova e i piccoli.
  • Danni agli ecosistemi: alcune specie invasive modificano radicalmente la struttura e la funzione degli ecosistemi. Piante invasive come il giacinto d’acqua (Eichhornia crassipes), una pianta acquatica originaria del Sud America, crescono rapidamente coprendo ampie superfici di laghi e fiumi, soffocando le piante native e riducendo l’ossigeno disponibile per la fauna acquatica.
  • Impatti economici: le specie invasive causano ingenti danni economici, specialmente in agricoltura e nelle risorse naturali. Gli agricoltori devono affrontare infestazioni di specie invasive che danneggiano le colture o competono con le piante domestiche. Un esempio è la zanzara tigre asiatica (Aedes albopictus), che non solo è vettore di malattie, ma ha anche costi elevati di controllo nelle aree urbane.
  • Rischi per la salute umana: alcune specie invasive possono essere vettori di malattie che colpiscono sia gli esseri umani che gli animali. La già citata zanzara tigre asiatica è responsabile della trasmissione di malattie come la dengue e il virus del Nilo occidentale.

Esempi di specie invasive

  • Ambrosia artemisiifolia: nota come ambrosia, questa pianta invasiva originaria del Nord America è diventata un problema serio in Europa, dove provoca gravi reazioni allergiche nelle persone. Il suo polline, altamente allergenico, contribuisce ad aumentare i casi di asma e altre patologie respiratorie.
  • Zanzara tigre asiatica (Aedes albopictus): originaria del Sud-Est asiatico, questa zanzara si è diffusa in tutto il mondo tramite il commercio di pneumatici usati e altre merci. È un vettore di malattie pericolose come la chikungunya, la dengue e il virus Zika.
  • Nutria (Myocastor coypus): originaria del Sud America, la nutria è stata introdotta in Europa e Nord America per l’industria delle pellicce. Tuttavia, una volta abbandonata questa pratica, ha invaso zone umide, danneggiando le arginature dei fiumi e le coltivazioni agricole.

Strategie di controllo e prevenzione

La gestione delle invasioni biologiche è complessa e richiede un approccio coordinato e multifattoriale. Alcune delle principali strategie includono:

  • Prevenzione: evitare l’introduzione di specie aliene è la strategia più efficace e meno costosa. I controlli doganali, la regolamentazione del commercio e l’ispezione delle merci possono ridurre il rischio di nuove introduzioni.
  • Eradicazione: quando una specie invasiva viene identificata in una fase precoce della sua introduzione, l’eradicazione può essere un’opzione praticabile. Tuttavia, questo richiede risorse significative e deve essere attuato tempestivamente per avere successo.
  • Controllo biologico e meccanico: in alcuni casi, specie predatorie o patogeni naturali vengono utilizzati per ridurre la popolazione di una specie invasiva. Tuttavia, questo metodo deve essere utilizzato con estrema cautela per evitare ulteriori impatti negativi.
  • Educazione e sensibilizzazione: informare il pubblico e i settori economici coinvolti, come l’agricoltura e l’industria del trasporto, è fondamentale per prevenire comportamenti che favoriscono l’introduzione e la diffusione delle specie invasive.

Conclusioni

Le invasioni biologiche rappresentano una sfida cruciale per la conservazione della biodiversità e la protezione degli ecosistemi. Con la crescente interconnessione globale, è essenziale sviluppare e attuare politiche di prevenzione, controllo e gestione per limitare i danni causati dalle specie aliene invasive. La collaborazione internazionale, la ricerca scientifica e la sensibilizzazione del pubblico sono strumenti chiave per affrontare questo problema in modo efficace e sostenibile.

Per approfondimenti: ALMANACCO.CNR

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