Modelli di organi e tessuti stampati in 3D direttamente negli ospedali
Articolo del 15 Aprile 2022
L’intima natura della materia sfugge ai classici criteri di indagine della scienza accademica perché i suoi dettami di certezza e ripetibilità la ancorano a un piano manifesto della realtà e questo radicamento la tiene lontana dalla vera comprensione del fenomeno vitale le cui radici appartengono a un piano non manifesto.
Essendo metodicamente orientato al solo aspetto oggettivo, dettato da prove certe e ripetibili, il sapere accademico non è in grado di andare oltre il finito della propria impostazione obiettiva. Ma quanti sono i medici dediti ad un ortodosso pensiero accademico che pregano per la propria anima pur non potendola dimostrare scientificamente?
Di fatto, la comunità scientifica, specie nel campo della Medicina, pur sfornando nuove scoperte, continua a rimanere alla periferia della vera conoscenza del fenomeno vitale perché oltre al formale aspetto quantitativo non considera anche i parametri bioenergetici e bioinformazionali che sostanziano l’aspetto qualitativo non solo dell’uomo ma in senso più lato, di ogni elemento del creato.
Di questo passo si potrà anche conoscere l’intera famiglia delle Prostaglandine o delle Interleuchine e un’infinità di altri mediatori chimici dai nomi più strani, ma non si sa perché alcuni soggetti malati di tumore anche in fase terminale, guariscono “miracolosamente” senza l’ausilio di farmaci, o perché moltissimi soggetti guariscono dai loro mali con terapie non convenzionali come la Neuralterapia, la Nutripuntura, l’Omeopatia e via dicendo.
Un’altra stranezza è che ci sono pazienti che si ammalano di Raffreddore e di Influenza e a volte anche più volte nello stesso periodo invernale, bene, ma allora perché mai si ammala solo una certa fetta della popolazione pur in presenza degli stessi ceppi virali? Semplicemente perché ogni organismo ha un suo specifico “terreno”.
l concetto di “terreno” per distinguere la complessità biologica dell’organismo dell’uomo fu coniato più di un secolo fa dal professor Antonie Bechamp e venne abbracciato da altri famosi biologi del tempo come Claude Bernard, ma non da Luis Pasteur ed è nota a tal proposito, la storica confessione che in punto di morte lo stesso Pasteur fece ad un suo assistente: “Eh si,… Claude Bernard aveva ragione, il terreno è tutto, il microbo è nulla!
“Sarebbe stato un bene per l’umanità se si fosse data più attenzione a questo indirizzo vitalistico invece di abbandonarlo a favore di una impostazione prettamente chimica dalla quale, guarda caso, è poi sorto l’impero del “Dio farmaco”, dei fertiliz- zanti, dei pesticidi e dei diserbanti che certamente hanno aiutato il comparto agricolo decimando il “nemico” ma hanno anche impoverito le naturali difese immunitarie dei vari terreni siano essi vegetali che umani.
A quel tempo e in tempi più antichi, si parlava di Corpo, Anima e Spirito, ora con un linguaggio moderno questi termini sono stati sostituiti rispettivamente da Materia, Energia e Informazione, ciò nonostante in campo medico si continuano ad escludere i già citati parametri bioenergetici e bioinformazionali, per non parlare di quelli archetipali, trascurando la biodiversità che distingue il “terreno” di un paziente dall’altro.
Da un punto di vista scientifico, l’aspetto trino che caratterizza l’essere vivente è stato stupendamente scolpito nella storia da Albert Einstein con la famosa formula E = m c2.
Da questa mirabile sintesi trina si deduce che Energia, Materia ed Informazione, che sono la traslitterazione analogica della formula di Einstein, sono principi strettamente interconnessi a tal punto da essere considerati un unico principio all’interno del quale le tre espressioni di base si tramutano una nell’altra, tanto che si può affermare che la Materia è Energia coa- gulata, l’Informazione è Energia allo stato potenziale, proprio come l’Energia è Informazione in atto. Tutto ciò fluttua con un proprio ritmo dando vita alla vasta fenomenologia vitale della Natura e del Creato in toto.
In assoluto, c’è da intendere che ogni ente di Natura è essenzialmente unico e allo stesso tempo trino nei suoi Principi costitutivi e la parte più sottile che lo anima, è insita nella “vacuità” (termine di derivazione orientale che sottende uno stato potenziale senza Forma da cui origina ogni Forma) stessa della materia, organica o inorganica che sia. Quindi, scientificamente parlando, lo studio del fenomeno vitale che caratterizza tanto la materia quanto l’uomo, dovrebbe puntare anche sulle forze di natura fisica che intervengono nell’organizzazione spaziale delle particelle subatomiche piuttosto che accanirsi sull’analisi degli elementi chimici finiti.
Fonte: SC Scienza Conoscenza