PNRR: come verranno spesi i 20 miliardi per cure high tech a domicilio

Articolo del 06 Agosto 2021

Portare l’assistenza a bordo letto del paziente”, è l’obiettivo post-pandemia dichiarato dal ministro Speranza. «Potenziare la sanità territoriale, grande assente durante la gestione dell’emergenza» è l’altra priorità. L’occasione per innovare il nostro sistema sanitario è tutta nei circa 20 miliardi del Recovery plan destinati alla sanità, che potranno cambiarne in meglio il volto se sapremo approfittare della grande innovazione tecnologica che bussa alle porte. Applicazioni digitali per l’auto-gestione del diabete così come di altre patologie croniche; tecnologie capaci di integrare dati clinici e di laboratorio per fornire diagnosi, prognosi e trattamenti personalizzati per ciascun paziente; home test per rilevare in proprio e rapidamente infezioni virali di origine sessuale. Kit di monitoraggio a distanza per la terapia nutrizionale, alert sul riacutizzarsi di patologie croniche, che insieme alle strumentazioni tradizionali ma formato ‘home’, come Ecg, spirometri, emogasanalisi e apparecchiature per Rx formato portatile, rappresentano quel supporto tecnologico indispensabile a trasformare l’Adi in vera assistenza domiciliare integrata, anziché limitarla a una semplice visita infermieristica per qualche giorno a settimana.

Le fratture

Ma anche tecnologie artroscopiche innovative per saturare al meglio, in maniera mini invasiva, lesioni frequenti come quelle del menisco; tecnologie di navigazione computer-assistita per riparare in modo più efficiente e in maggiore sicurezza le fratture più gravi a omero, femore e tibia, spesso causa di invalidità permanenti nella popolazione anziana. Sono alcuni dei supporti tecnologici innovativi evidenziati dal Dossier di ‘Confindustria dispositivi medici’, destinati a segnare il passaggio alla nuova ‘medicina 4P’: predittiva, che attraverso analisi complete e dettagliate è in grado di identificare per tempo fragilità e difetti che predispongono alla malattia; preventiva, che rilevando stili di vita, parametri biologici e ambientali consente di giocare d’anticipo su tante malattie altrimenti invalidanti; personalizzata, per individuare il trattamento medico più adatto alle caratteristiche individuali della persona; partecipativa, che consente alla persona di effettuare scelte consapevoli sulla base di informazioni precise, magari rilevate con il suo stesso contributo. Grazie anche ai dispositivi come i device indossabili, che riescono a monitorare contemporaneamente più parametri vitali oppure in grado di predire il riacutizzarsi di una malattia cronica, e ad apparecchiature per il telemonitoraggio a distanza della terapia nutrizionale o dell’ossigenoterapia.

La medicina personalizzata

La possibilità di monitorare in tempo reale i pazienti al di fuori del contesto ospedaliero consentirà di garantire al contempo migliore efficacia terapeutica e minori effetti collaterali muovendosi verso una medicina sempre più personalizzata. Non per questo assume, però, minor rilievo l’urgenza di rinnovare i nostri ospedali. Vecchi fuori, con una anzianità media di oltre 70 anni, e vecchi dentro, perché il loro parco macchine è obsoleto. L’età media dei mammografi tradizionali è di 13,4 anni quando non dovrebbe superare i sei, secondo gli standard di sicurezza. Il 74% delle risonanze magnetiche non è più al passo con i tempi e così il 51% delle Tac.

18 mila apparecchiature diagnostiche obsolete

Con le sue 18 mila apparecchiature diagnostiche obsolete l’Italia è in fondo alla classifica europea. E questo è un bel problema anche per i pazienti intrappolati nelle liste di attesa, rese ancora più interminabili dal Covid, che ha fatto saltare il 37% degli interventi programmati e allungate ulteriormente proprio da macchinari arrugginiti, spesso fuori uso perché in manutenzione. Tutti problemi ai quali dovrebbero far fronte i 3,4 miliardi stanziati dal Recovery per il rinnovo tecnologico delle strutture sanitarie.

“Per riqualificare tecnologicamente gli ospedali e rafforzare la medicina territoriale, l’assistenza domiciliare in particolare – commenta Massimiliano Boggetti, presidente di Confindustria dispositivi medici – è però necessario spostare la valutazione dei prodotti e dei servizi da acquistare, anziché su misure come quantità e prezzi, sul valore complessivo clinico, diagnostico e terapeutico, sapendo che prevenzione e innovazione tecnologica permettono cure e riabilitazione più appropriate, facendo alla fine spendere anche meno”. Del resto se le gare al massimo ribasso sono state bandite per i cantieri, lo si può fare anche per investimenti dai quali dipende la nostra salute.

 

Fonte: La Repubblica

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