Stress e fame nervosa, come uscirne?

Articolo del 02 Marzo 2023

Anche se spesso sentiamo parlare delle conseguenze dello stress, come dannoso per il nostro organismo e per il nostro benessere psichico, esistono due diversi tipi di stress con conseguenze molto differenti sul nostro benessere. Conoscerli e imparare a trasformare lo stress “ negativo “ in uno stress “positivo” è uno i dei segreti per raggiungere i propri obiettivi con un sorriso sulle labbra.

Se ti trovi a mangiare senza avere davvero fame ma per placare un senso di insoddisfazione per la vita, è utile per te capire come lo stress agisce nel tuo corpo e come attivare le tue risorse per passare da vittima dello stress a creatore del tuo stato vitale sano.

Eustress e Distress sono due facce della stessa medaglia: il primo è positivo, il secondo è negativo. Conosciamo meglio questi due aspetti dello “stress”, per imparare a trasformarli.

Eustress è lo stress “buono”

Il concetto di eustress è stato coniato dall’endocrinologo Hans Selye. Questo termine si compone da due parole: eu che si traduce come buono e stress. La definizione che ne viene fuori è letteralmente il buon stress che fa bene alla tua vita, che stimola la versione migliore di noi stessi e ci spinge verso un cambiamento più che positivo.

Per esempio, quando mettiamo il nostro impegno per ottenere qualcosa  che desideriamo con molto ardore, interviene uno stimolo positivo (eustress) che ci mantiene concentrati, produttivi e focalizzati. O quando dobbiamo portare a termine un compito per cui sappiamo che seguirà una ricompensa che ci interessa, o  un esercizio fisico che ci fa sentire bene anche se faticoso, si crea uno stress positivo.

Il distress lo stress “cattivo”

Quando lo stress diventa troppo per l’organismo, tende a creare problemi. Quando ti trovi davanti ad un compito superiore alle tue capacità, o di fronte ad una situazione che sembra senza vie di uscita, o ad affrontare situazioni troppo piene di stimoli emotivi e fisici.

Quando non riusciamo a sfogarci, accumuliamo rabbia e frustrazione, le occasioni di disagio sono talmente tante da non riuscire più a gestirle in maniera corretta tutto si riflette sulla nostra salute e lo stress diventa dannoso. Le malattie autoimmuni e croniche sono un ottimo esempio di manifestazione di distress.  Uno degli effetti piu potenti diffusi del distress e quello di attivare la fame nervosa.

Gestire lo stress

Siamo tutti, costantemente, sotto stress – positivo o negativo che sia. Si tratta della vita, ci possiamo fare poco. Quello che non dobbiamo permettere allo stress è di inificiare la nostra salute e il nostro benessere. Possiamo, quindi, gestire lo stress – sia positivo che negativo, in modo che sia un motore e non un ostacolo rispetto al nostro obiettivo: stare bene davvero.

Lo stress mentale, fisico ed emotivo può essere gestito in modo da risultare più leggero e canalizzato per essere diretto verso soluzioni personalizzate e che possiamo sopportare. Possiamo essere in grado di gestire lo stress, dobbiamo solo imparare a riconoscerne tempi, modi e fonti. C’è necessità di sviluppare delle vere e proprie strategie a supporto, aiutandoci anche attraverso l’alimentazione, l’idratazione, la gestione del sonno e della sua qualità e – ancora, attraverso tecniche di rilassamento e meditazione, l’esercizio fisico e creando dei veri e propri percorsi per incanalarlo in termini positivi (quindi, per spingerci verso un obiettivo da raggiungere) e di scarico (cioè di eliminazione delle tossine fisiche e psicologiche che lo stress genera).

La fame nervosa

Non sempre mangiamo per soddisfare la nostra fame. Molti di noi utilizzano il cibo per alleviare stress, ansia, tristezza, solitudine o noia, cedendo a quella che viene definita ‘fame nervosa o emotiva’. Un disturbo già molto diffuso che è andato ad aumentare ulteriormente dall’inizio del periodo di emergenza Covid.

L’impossibilità di uscire di casa, il cambiamento brusco della nostra routine, il dover passare molto tempo da soli o in compagnia delle stesse persone hanno, infatti, fatto accumulare emozioni spiacevoli che, unite alla mancanza di valvole di sfogo, hanno portato molte persone a trovare una compensazione emotiva e uno stato di pace attraverso il consumo impulsivo ed esagerato di cibo (spesso cibo spazzatura).

La fame emotiva o nervosa avviene quando sensazione di appetito viene scatenata da uno stato emotivo come:

  • stress
  • rabbia
  • noia
  • solitudine
  • tensione
  • fatica
  • ansia o depressione.

E ovviamente non dipende dal desiderio fisiologico di nutrirsi, come avviene invece per la fame corporea o fisica.. “Quando però usiamo il cibo come rimedio con cui calmare le emozioni spiacevoli o per colmare un vuoto, allora siamo di fronte a una fame di tipo emotivo”.

Ci sono una serie di caratteristiche che possono aiutarci a riconoscere se quella che stiamo sperimentando è una fame fisica o emotiva,

Possiamo riconoscere la fame fisica per queste caratteristiche:

  • arriva gradualmente e può essere posticipata;
  • può essere soddisfatta attraverso gli alimenti;
  • non provoca senso di colpa;
  • una volta che la fame è stata soddisfatta ci si ferma;
  • è basata sul mangiare come necessità.

Questi sono invece gli elementi distintivi della fame nervosa:

  • è improvvisa e urgente;
  • è insistente;
  • è molto specifica (es. patatine, snack, gelato etc.);
  • porta a sentirsi in colpa;
  • non cessa anche se il corpo è pieno e non finisce dopo che abbiamo mangiato;
  • non è pienamente consapevole.

“Mangiare può sembrare una soluzione facile per gestire le emozioni, ma in realtà non è d’aiuto, anzi. Eccedere con il cibo può causare un aumento di peso, che a sua volta genera sia senso di colpa, sia insoddisfazione per il proprio corpo.

Le emozioni spiacevoli che nascono, ci spingono a cercare una consolazione, cioè a mangiare ancora e cosi la situazione peggiora.

Se riconosciamo questo disagio, abbiamo già fatto un grosso passo in avanti per trasformarlo in opportunità.

 

Fonte: Prevenzione a tavola

LEGGI TUTTE LE ALTRE NEWS