Telemedicina meglio regolamentata in Francia e Germania
Articolo del 08 Dicembre 2020
«Una sorta di regolamentazione della telemedicina a livello italiano esiste già da tempo. Oggi che il Covid-19 ha accelerato l’utilizzo di questi strumenti, tuttavia, affidarsi a regole generali non basta: bisognerebbe invece che venissero studiate norme più specifiche in grado di regolare il settore, a partire da quali prestazioni possono essere effettuate in telemedicina e finendo alla privacy e alla gestione dei dati sensibili». Sono tanti e tutti molto attuali i temi messi sul piatto dall’avvocato Marco de Morpurgo, partner nel dipartimento di Intellectual Property & Technology di Dla Piper e tra gli autori dello studio Telehealth around the world: A global guide che confronta la regolamentazione applicata da 45 Stati del mondo.
Se, dice de Morpurgo, «la buona notizia è che la telemedicina è ammessa nella maggior parte dei Paesi», con eccezioni come la Repubblica Ceca, le regolamentazioni hanno subìto, in molti casi, un’accelerazione proprio complice il Covid-19: «Le restrizioni di movimento hanno indotto i governi a riconoscere il potenziale della telemedicina e a modificare leggi e regolamenti apparentemente dall’oggi al domani – si legge nel report -, per consentire agli operatori sanitari di implementare tali soluzioni. Sebbene molte di queste riforme attualmente abbiano una scadenza probabile che ci sarà una continua crescita nella telemedicina anche dopo la pandemia. Ci sono enormi opportunità per le imprese che già operano in questo campo».
De Morpurgo, nel dettaglio, si è occupato dell’analisi della situazione italiana dove, appunto, valgono regole generali ma al contempo, essendo l’attuazione dei servizi delegata a Regioni e realtà locali, manca una cabina centrale di coordinamento.
Diverso è il caso di altri Paesi europei come Francia e Germania: «Hanno compiuto passi rilevanti nella regolamentazione della telemedicina, probabilmente superando l’Italia – conclude de Morpurgo -. Francia e Germania hanno adottato numerose normative a livello nazionale, con l’intento di assicurare uniformità in diversi aspetti quali, ad esempio tipologie di servizi, strumenti utilizzabili e rimborsabilità».