Tumori, al via i lavori del Proton Center Ieo

Articolo del 11 Marzo 2021

11Il nuovo centro per la terapia con protoni, la forma tecnologicamente più avanzata di radioterapia ad alta precisione, accoglierà i primi pazienti nel 2023.

Nonostante la pandemia, l’innovazione extra Covid in ambito scientifico non si ferma. Soprattutto in ambito oncologico. L’Istituto Europeo di Oncologia (Ieo) ha infatti dato il via ai lavori per la costruzione dello Ieo Proton Center, il nuovo centro per la terapia con protoni, la forma tecnologicamente più avanzata di radioterapia ad alta precisione per i pazienti oncologici. La nuova struttura, che aprirà le porte ai primi pazienti nel 2023, sta sorgendo in un’area di 3.200 mq, adiacente all’edificio Ieo 1 e in contiguità con l’attuale reparto di Radioterapia.

Nel mondo sono attivi oltre 90 centri di protoni, di cui 26 in Europa, con un rapporto sale di trattamento/numero di abitanti che arriva in alcuni Paesi, come le vicine Austria o Svizzera, ma anche in Danimarca e Olanda, a una sala ogni 2-3 milioni. In Italia questo rapporto è una sala ogni 12 milioni di cittadini.
Sulla base delle indicazioni del Ministero della Salute – che ha inserito la protonterapia nei livelli essenziali di assistenza (Lea), considerandola appropriata per 10 tipi di tumore – si stima che in Italia siano 7000 i pazienti oncologici che ogni anno potrebbero avere un beneficio dal trattamento con protoni. Tuttavia la capacità attuale dei 3 centri operativi (Pavia, Trento e Catania, quest’ultimo solo per il trattamento del melanoma oculare) non supera i 1000 pazienti all’anno, costringendo i malati a recarsi all’estero alla ricerca di una speranza, o a rinunciare alla cura. A regime, lo Ieo Proton Center potrà trattare fino a 800 pazienti all’anno.

Con la protonterapia si possono trattare più efficacemente tumori che, per sede o tipologia, sono più difficilmente curati con altre forme di radioterapia. Grazie alle loro proprietà fisiche, con i protoni è possibile risparmiare meglio i tessuti sani circostanti e convogliare una dose maggiore di energia sul tumore. Rappresenta quindi una nuova possibilità terapeutica per i tumori dei bambini e per molti tipi di tumori degli adulti.
Sono i tumori situati vicino ad organi vitali o in aree particolarmente sensibili a effetti collaterali, come quelli del cervello o della spina dorsale, oppure tumori a geometria complessa, come quelli del distretto testa-collo, o ancora tutti i tumori che sviluppano radioresistenza, cioè rispondono poco alle radiazioni convenzionali. Tutti casi che non hanno attualmente altre opzioni di cura.
Ma al di là di queste indicazioni chiare, i dati scientifici e clinici di utilizzo della protonterapia si stanno ampliando enormemente. Per questo la comunità oncologica internazionale è fortemente impegnata in studi di validazione e approfondimento, e i centri di protonterapia si stanno moltiplicando in tutti i Paesi ad alto tasso di sviluppo.
«Con il nuovo centro Ieo vogliamo contribuire alla ricerca clinica internazionale sulle applicazioni della terapia con protoni, e vogliamo completare un’offerta di terapie innovative, in radioterapia come in chirurgia, nuovi farmaci e radiologia interventistica, per rafforzare il nostro posizionamento in Europa, che già oggi ci vede in posizione di assoluta eccellenza – dichiara Roberto Orecchia, direttore scientifico Ieo – Il nostro impegno nell’innovazione e nell’aggiornamento tecnologico non si è mai fermato, neppure in epoca Covid, ed è stato ed è trasversale a tutte le aree: dalla diagnostica, che abbiamo potenziato con nuove tac e tac-pet, alla ricerca, dove ci siamo dotati di nuove infrastrutture, riconvertendo alcuni laboratori agli studi Covid, fino alla terapia, che in tempi brevi si avvarrà delle terapie cellulari con Car-T ed entro due anni dei protoni».

Va ricordato che nei primi nove mesi del 2020, in Italia, sono stati eseguiti oltre due milioni di esami di screening in meno rispetto allo stesso periodo del 2019 e un cittadino su 5 non ha risposto all’invito ad aderire ai programmi di prevenzione secondaria. Ma anche diagnosi e biopsie sono state dimezzate del 52%, così come ci sono stati ritardi negli interventi chirurgici per il 64% e le visite dei pazienti a settimana sono diminuite del 57%. Una situazione che rischia di determinare, nel lungo termine, un aumento di diagnosi in fase avanzata con minori possibilità di sopravvivenza.
«La protonterapia – conclude Orecchia – ci permetterà di garantire a ciascun paziente la possibilità di ricevere il miglior trattamento per affrontare il suo caso (Precision Therapy). É quindi uno degli strumenti che sta accompagnando lo Ieo verso l’evoluzione nel primo Istituto di Medicina di precisione in Italia».
Fonte: 24 Salute de IlSole24Ore

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