Un dente in meno per correre più veloce

Articolo del 27 Aprile 2022

La recente decisione del Campione olimpico Marcell Jacobs riaccende i riflettori sul rapporto tra occlusione, postura e performance sportiva.

Un dente in meno può fare la differenza nel delicato equilibrio di un atleta olimpico, come Marcell Jacobs, proteso nel continuo miglioramento di prestazioni di eccellenza, nelle quali anche una frazione di secondo rappresenta un fattore di svolta. A dimostrarlo è la decisione del campione mondiale di corsa, che su suggerimento del suo Coach e del suo team di esperti, si è fatto estrarre un dente del giudizio per riequilibrare le frequenze tra la gamba sinistra e quella destra. Una vicenda che riporta in primo piano il rapporto tra occlusione, postura e performance sportiva anche per atleti non professionisti. Un aspetto potenzialmente migliorabile grazie all’utilizzo di un semplice bite su misura, una placca in resina acrilica dura, da indossare su una delle due arcate dentali.

“Marcell Jacobs è diventato campione olimpico dei 100 metri piani e della staffetta 4×100 metri, conquistando ori storici. Sappiamo come durante l’attività sportiva anche una minima variazione di equilibrio possa tradursi in variazioni dell’intensità della forza e capacità di coordinazione: su questi presupposti si basa la scelta di estrarre il dente del giudizio che avrebbe interferito con l’equilibrio dell’atleta. Tuttavia, il dente del giudizio non è un nemico assoluto: non solo toglierlo non garantisce un miglioramento delle prestazioni, ma se questo è lo scopo, la sua estrazione deve essere attentamente valutata perché potrebbe alterare l’equilibrio occlusale e quindi dare il risultato opposto”, spiega Clotilde Austoni, Odontoiatra Specialista in Chirurgia Odontostomatologica c/o Servizio di Odontostomatologia – IRCSS Galeazzi – Università degli studi di Milano.

Tutti i vantaggi dei bite per gli sportivi

Durante una gara la concentrazione e la tensione scatenano il rilascio di adrenalina che porta inconsciamente l’atleta a serrare i denti, con conseguente tensione ai muscoli masticatori. L’utilizzo di un bite, non impedisce di stringere i denti ma serve a rilassare i muscoli della masticazione, prevenendo dunque nel tempo gli scompensi muscolari che espongono ad un maggior rischio di infortuni.

“Sempre più spesso gli sportivi, anche non professionisti, indossano un bite su misura durante gli allenamenti e le competizioni. Lo scopo è quello di bilanciare l’occlusione e aumentare il rendimento della performance. Infatti, quando si è concentrati si tende a serrare i denti e questo causa un dispendio inutile di energie e provoca nel tempo tensioni e dolori muscolari”, prosegue l’odontoiatra.

Ma in che modo i bite possono migliorare la prestazione sportiva, in gara e non?

  • Favoriscono la postura corretta
  • Migliorano il rendimento
  • Aumentano la concentrazione
  • Riducono il rischio di infortuni
  • Proteggono i denti dall’usura

Come funzionano

Il primo step per realizzare un bite su misura è rilevare le impronte della dentatura del paziente. Una volta confezionato, viene regolato dal dentista in modo da bilanciare l’occlusione. Il passo successivo consiste nell’indossare il bite durante l’attività sportiva, sia di allenamento che di gara, ed eventualmente procedere con la sua regolazione in funzione della risposta prestazionale. Va sottolineato, infine, che se l’atleta soffre di bruxismo – ovvero digrigna o serra i denti abitualmente, non solo sotto stress – indosserà il dispositivo anche di notte. All’utilizzo del bite è utile associare anche il supporto di un fisioterapista specializzato che, all’occorrenza, interverrà con tecniche manuali e posturali per migliorare l’aspetto muscolare e strutturale dell’atleta.

 

Fonte: L’altra medicina

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