Vaccini anti-Covid, quali sono le reazioni avverse più frequenti?

Articolo del 03 Febbraio 2021

La campagna vaccinale prosegue nonostante le difficoltà di approvvigionamento delle ultime settimane. Difficoltà che hanno messo un po’ in secondo piano la discussione (e, in alcuni casi, le polemiche) sulle possibili reazioni avverse al vaccino. Ma quali sono i rischi per la salute correlati all’inoculazione di uno dei vaccini anti-Covid attualmente a disposizione? C’è da preoccuparsi oppure si tratta di sintomi lievi? Una risposta a queste domande la dà l’AIFA (Agenzia Italiana del Farmaco).

Le reazioni avverse ai vaccini Moderna e Pfizer/Biontech

Per quanto riguarda i vaccini a mRNA come Comirnaty (di Pfizer/Biontech) e Moderna, l’AIFA spiega che le «reazioni avverse più frequentemente osservate negli studi clinici e nella iniziale esperienza successiva all’autorizzazione sono le reazioni locali nel sito di iniezione» (come, ad esempio, dolore, gonfiore o arrossamento), ma anche stanchezza, mal di testa e dolori muscolari o articolari. «Si possono verificare anche febbre, nausea o più raramente gonfiore dei linfonodi». Si tratta di reazioni «non gravi, di entità lieve o moderata». Reazioni che, «seppur fastidiose, si risolvono in poche ore o pochi giorni». Molto spesso non si ricorre neanche a trattamenti sintomatici, come antidolorifico o simili.

Le precauzioni adottate

«Come per tutti i farmaci – spiega l’AIFA –, sono inoltre possibili, seppur rarissime, reazioni di tipo allergico fino allo shock anafilattico». È per questo motivo che le vaccinazioni vengono eseguite da «personale addestrato» e solo in «contesti sicuri». E’ inoltre previsto un periodo di osservazione, successivo alla vaccinazione, di almeno quindici minuti. Un altro aspetto di cui si tiene conto è «che, in seguito all’iniezione, si possono verificare anche reazioni di tipo ansioso con fenomeni vaso-vagali che vanno dalla sensazione di stare per svenire fino allo svenimento vero e proprio, per cui il personale – conclude l’Agenzia – presta attenzione a evitare traumatismi da caduta».

 

Fonte: Sanità Informazione

LEGGI TUTTE LE ALTRE NEWS